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All’ONU passa la proposta di un Trattato per proibire tutte le armi nucleari Ora bisogna scriverlo, firmarlo e poi rispettarlo

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“Noi Siamo Chiesa”
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All’ONU si è deciso di scrivere un Trattato per mettere al bando qualsiasi arma nucleare. Il governo italiano è contro. La notizia è stata ignorata dalla stampa. Le parole del Papa sono poco ascoltate, serve una vera mobilitazione del mondo cristiano. “Noi Siamo Chiesa” ha aderito alla campagna per il disarmo nucleare

Il portavoce nazionale di Noi Siamo Chiesa Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Ieri notte l’ONU ha deciso, con la maggioranza del 76% (quindi nettamente superiore al valore vincolante di due terzi degli Stati votanti), di organizzare nel 2017 una Conferenza che abbia come scopo la redazione di uno “strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari e che porti verso la loro totale eliminazione(http://reachingcriticalwill.org/images/documents/Disarmament-fora/1com/1com16/resolutions/L41.pdf). Attualmente sono proibite dalle convenzioni internazionali le armi biologiche, quelle chimiche, le mine antiuomo e quelle a grappolo ma non le più terribili, quelle nucleari. Esiste dal 1970 il TNP (Trattato di non Proliferazione). In base ad esso le potenze nucleari aderenti ( Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina) dovrebbero progressivamente ridurre i propri armamenti di questo tipo ma ciò non sta avvenendo, anzi è in pieno sviluppo la loro modernizzazione. Tutto ciò, insieme al peggioramento della situazione internazionale, ha riportato il rischio di una guerra nucleare allo stesso livello che nei peggiori momenti della Guerra fredda (si veda il Bulletin of the Atomic Scientists : “The doomsday Clock”, cioè “L’Orologio dell’Apocalisse”). Ci sono ancora circa 16.000 armi nucleari attualmente nel mondo, delle quali il 93% negli arsenali di appena due nazioni: gli Stati Uniti e la Russia. Ci sono altri quattro Stati nucleari (Israele, India. Pakistan e Corea del Nord) che non aderiscono al TNP.

La votazione all’ONU è la conseguenza di una mobilitazione di lunga data, di cui sono state protagoniste le associazioni pacifiste coordinate dall’ICAN (Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari). I voti favorevoli sono stati 123 (38 i contrari 16 gli astenuti). Tra gli stati dell’UE a favore sono stati Austria, Irlanda, Malta, Svezia e Cipro, astenuti l’Olanda e la Finlandia. Tra questi paesi solo l’Olanda fa parte della Nato che evidentemente aveva concordato una posizione comune contraria tra i propri membri, coerentemente con la linea di confronto aggressivo con l’Est che ha adottato da tempo. Il governo italiano ha votato contro ma, mi sembra, dovrebbe rendere conto all’opinione pubblica di una tale scelta eticamente censurabile e politicamente subalterna.

Il Parlamento Europeo ha preceduto di poche ore la decisione dell’ONU invitando gli Stati membri a “partecipare in modo costruttivo “ al negoziato per il Trattato di messa la bando del prossimo anno” (415 a favore, 24 contro e 74 astenuti). Con tutta evidenza l’opinione del Parlamento europeo non è stata tenuta in alcun conto poiché la gran parte dei paesi UE ha deciso diversamente.

La votazione dell’ONU va nella direzione di un possibile nuovo protagonismo dei popoli che, contro la follia della deterrenza nucleare, chiedono nuovi trattati e istituzioni che contrastino e fermino il potere economico e militare degli Stati con armi nucleari che si rifiutano di smantellare i loro arsenali. L’equilibrio del terrore, che poteva essere progressivamente ridotto e poi eliminato dopo la caduta del muro di Berlino, continua e incombe sul futuro dell’umanità. I messaggi di papa Francesco non sono ascoltati. Essi dovrebbero essere seguiti da una mobilitazione più intensa e generalizzata del mondo cristiano che tarda a manifestarsi. In Italia i vescovi sono completamente assenti.

Nella sua assemblea generale del 16 ottobre Noi Siamo Chiesa ha discusso di questi problemi e ha aderito alla campagna in corso che ha avuto un primo esito positivo ma che deve continuare con costanza e determinazione perché il Trattato per la messa al bando di ogni arma nucleare sia scritto, firmato, ratificato dagli Stati e poi rispettato anche da parte delle attuali potenze nucleari”

Roma, 29 ottobre 2016

 

Non condividiamo sul gender la posizione di papa Francesco. Bisogna conoscere meglio e capire bene tutta la questione senza farsi coinvolgere dalla campagna dei fondamentalisti

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Le aperture pastorali di papa Francesco….

Non c’è dubbio che Papa Francesco stia cercando di dare una svolta al tradizionale atteggiamento di diffidenza (e anche di demonizzazione) di vaste aree del mondo cattolico nei confronti delle diversità sessuali. Tutti ormai conosciamo bene le sue parole, magari estemporanee ma eloquenti, conosciamo i suoi gesti. In particolare in questo campo i tempi di papa Benedetto sembrano veramente lontani, teniamolo presente. Gli omosessuali credenti si sono ben accorti di ciò e cercano di intensificare la loro presenza organizzata nella Chiesa perché si accorgono che è ora possibile uscire dal ghetto. Anche gli interventi a braccio di papa Francesco sull’aereo, di ritorno dal viaggio in Azerbaigian e Georgia (vedi di seguito il testo), dimostrano la sua attenzione alle situazioni, ai casi concreti di fronte ai quali: “questo farebbe Gesù”. Queste aperture sono però in contraddizione con la linea generale emersa nei due sinodi , di cui la “Amoris Laetitia” ha dovuto tenere conto. In quella sede una apertura in avanti alla realtà omosessuale è stata bloccata.

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